Hello world! Please change me in Site Preferences -> This Category/Section -> Lower Description Bar

01

Mar 2013

La malefica ti butta giù? Io m’arzo.

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

Oggi mi sento come un pezzo di ruggine, sono tutta incriccata, forse perché assumo posizioni strane durante la notte? Mah, i muscoli e le ossa sono da oliare con lo svitoil. Meno male che ieri sera ho praticato un po’ di yoga. Diciamolo, non ho più l’età.
Per fortuna febbraio è finito. Un mese da dimenticare e cancellare, pieno di imprevisti, sfide e brutte notizie. Credo che la peggiore, delle notizie intendo, sia stata quella del ritorno della malefica.
La malefica stronza, quella che si insidia, che non ti fa dormire sereno, che ti smorza il respiro e che fa piegare le labbra verso il basso.
La malefica sta tentando in tutti i modi di farmi desistere, di piegarmi alla sua volontà. La malefica si presenta in momenti inattesi della giornata, ti fa lo sgambetto, ti fa cadere nel vuoto, ti anima con pensieri con davanti un meno, ti fa dimenticare il bello e sottolinea di un grigio cupo quello che non funziona.
La malefica ti spinge a guardarti allo specchio e a non riconoscere i tuoi tratti somatici, ti mette in relazione con le paure e le insicurezze, cancella il sole dalle previsioni delle tue giornate future.
La malefica ti spinge a pensare di non essere all’altezza, di essere incapace, fuori controllo, solo e abbandonato.
La malefica ti insinua con il senso di colpa, ti fa cambiare espressione e tono di voce, ti consiglia abiti dalle tonalità scure, ti rende vittima di te stesso, fastidiosamente passivo all’azione.
La malefica porta qualcuno a riempire il bicchiere, altri ad assumere farmaci, altri a piangere, altri ancora li chiude a chiave in una stanza silente torturandoli con pensieri frustranti, animati dal ronzio fastidioso dei neuroni in iperattività.
Io non ho mai sopperito alla malefica con palliativi e placebo temporanei. L’ho sempre vinta con il sorriso, con la forza d’animo, con la consapevolezza del tempo che scorre, con il perdono e con l’accettazione della ciclicitá degli eventi, corsi e ricorsi storici e della vita.
Buddha diceva che “non esiste una strada per la felicità, la felicità è la strada“…ho trovato uno sticker da parete e me lo sono attaccato sul muro della sala, per non dimenticare, per non lasciare che la malefica mi avvolga con il suo mantello in questo periodo davvero difficile.
È facile dire che non c’è limite al peggio, che c’è qualcuno che sta attraversando momenti decisamente peggiori dei tuoi…facile perché è palesemente vero ma a te, fondamentalmente, non interessa perché la malefica ti chiude nel loop dell’io che non va.
Dai, febbraio è andato adesso m’arzo!

Voglio condividere questo post su...

11

Feb 2013

La scrittura è la mia terapia

scritto da / in SENZA FILTRO / 2 commenti

Che brutta sensazione. Ho un brivido freddo che mi scorre lungo la schiena, pensieri negativi offuscano di paura la mia anima. Non ci siamo. Non va bene.

Continuo a vedere facce strane passare davanti all’ufficio, non che la cosa sia nuova, ma sono ancora troppo sensibile e suggestionabile per non associare la cosa a quello che è successo una settimana fa.

Mi sento controllata, spiata, osservo con meticolosa attenzione i tratti di individui qualunque che potrebbero celare intenzioni negative. La cosa assurda è che, se ci penso, anche tre settimane fa circolavano queste persone e io non provavo questa fottutissima paura che raffredda le membra e irrigidisce i muscoli.

Che brutta cosa l’ansia. Ti porta a pensieri paranoici, a trip mentali, a scrivere sceneggiature da Oscar con protagonisti i tuoi neuroni che recitano dialoghi tremanti e biascicati.

E sì che nel mio percorso da ex pessimista una delle prime cose che avevo scelto di allontanare, una volta per tutte, era proprio il velo di Maya che obnubila e confonde la mente. La cosa che mi fa rabbia è che ci stavo riuscendo…poi è bastato un attimo e giù, di nuovo negli abissi, con il respiro affannoso e il diaframma contratto.

C’è una massima che mi ripeto spesso:” la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno“…La chiave, eccola, è lì, sta proprio nel coraggio.

Ma non sono nata con un cuor di leone come il Don Abbondio di Manzoni. E nemmeno mi rappresenta la litote. Sono un ossimoro. Sono il coraggio pavido, la paura coraggiosa nell’affrontare le situazioni. Sempre. Imprevedibile. Incostante. Non lineare.

Dicono che se ti impegni a fare altro, la tua mente si distrae. Cazzate. La tua mente va dove la fai fluire. E se il pensiero ansiogeno e negativo prevale, non c’è lavoro che tiene. Più tenti di non pensare a qualcosa, e più ci pensi.

Un po’ come quando ti prende la fissa di dimagrire e ti imponi di non mangiare dolci. La tua glicemia violentata dalla negazione proietta tutta la serie de “Il boss delle torte” nel tuo cervello e tu non fai altro che pensare alla morbidezza del pan di spagna imbevuto nel caffè, golosamente ammorbidito da uno strato di soffice crema pasticcera con retrogusto vellutato alla vaniglia.

Il segreto è affrontare la paura. Viverla, esorcizzarla, smizzuzarla come si fa con i problemi.

Il mio modo di affrontare la paura è questo. La mia terapia è la scrittura.

Non c’è nulla, davvero niente che riesce a liberare la mia anima come la scrittura. Scrivo quando sono triste, quando sono felice, quando ho un groppo in gola, quando voglio parlare con me, quando voglio ascoltare le energie che attraversano il mio essere. Scrivo.

E quando scrivo me ne fotto dello stile, delle convenzioni, delle tematiche studiate a tavolino. Connetto la mente al cuore che si prolunga attraverso le braccia, giù fino alle mani che toccano i tasti o impugnano una penna.

Scrivo con l’anima, scrivo per la mia anima.

Lascio parlare i pensieri, mi ascolto e mi cullo….Scrivere è la mia terapia.

E scrivendo anche la paura vola via…perché scrivere è amore e per amare ci vuole coraggio.

Voglio condividere questo post su...