Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

14

Mar 2012

Al mio angelo sorridente

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Oggi sono 4 anni…e mi manchi. Sempre.

La lacrima scende dagli occhi, mentre un sorriso illumina il mio viso se penso alla gioia che mi hai regalato. Eri un concentrato di buon umore, energia, grinta…Mi hai trasmesso l’amore per la storia, il valore della famiglia, mi hai insegnato ad andare in bicicletta e a tuffarmi dagli scogli.

E’ ancora vivo il ricordo di quando mi venivi a prendere all’aeroporto di Cagliari. Io ero una bimbetta di 3 anni con un cartellino appeso al collo, spedita dai suoi genitori in Sardegna per trascorrere 3 mesi con i nonni.

Avevo la mia solita borsetta rossa, piena di barbie con il libro delle vacanze che, tanto lo sapevi anche tu, non si sarebbe aperto volentieri. Avrei preferito sfogliare Topolino, il Corriere dei Piccoli o i giornaletti di gossip della nonna.

Ricordo la tua panciona. Tu eri un amante della buona tavola, specialmente del buon vino, quello tuo, genuino, forte e inebriante come te. Adoravo appoggiare la mia testa sul tuo grembo per ascoltare ore e ore i racconti della tua esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale. Muovevo la testa al ritmo del respiro del tuo pancione, mi rilassava, era come una forma di meditazione.

Eri una persona spontaneamente simpatica e speciale. Avevi i tuoi momenti di ‘sana dittatura’, ma venivano compensati da una generosità infinita e dal tuo canticchiare solare. Dicevi che ero il tuo ‘grillo’, perché non smettevo mai di saltare e di animare le giornate estive tue e della nonna. Ho sempre guardato con ammirazione il vostro rapporto…due persone che ho sentito intimamente e dolcemente legate l’una all’altra.

Uno degli ultimi flash che ho insieme, mi rimanda a una calda mattina di agosto. Eravamo seduti fuori dalla porta di casa, come si usa nei paesini assolati del sud, e mentre raccontavi mille cose, citando anche Dante – tu che avevi solo la 5 elementare –  intervallavi le chiacchiere con questa canzone che ti ricordava tuo padre e la tua gioventù…

Ti  voglio bene nonno,

Il tuo grillo.

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12

Mar 2012

Lasciare l’Italia? No, grazie [per ora]

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Non so se è un caso…ma continuo a incontrare o leggere di persone che hanno vissuto/vivono all’estero.

Anche io ho avuto la mia occasione per lasciare il Belpaese, nel 2004. Ma invece di trasferirmi fuori dall’Italia ho optato per un trasloco meno ‘forte’ lasciando la Lombardia per l’Umbria. Una scelta dettata da ragioni di cuore.

Mi capita, proprio in questi giorni, di pensare che cosa sarebbe successo se avessi optato per l’emigrazione in terra straniera…anche se so che è un ‘viaggio’ inutile. Indietro non si può tornare.

Muovermi dal nord al centro Italia è stato entusiasmante, per certi aspetti, e assai penalizzante per altri. Mi sono allontanata dai miei familiari, dai miei amici, da quelle poche certezze che avevo costruito in 25 anni e soprattutto da una regione, a detta dei più, che mi avrebbe offerto molto dal punto di vista lavorativo, per qualcuno avrei potuto ‘fare carriera’.

Nel cuore verde, tuttavia, ho guadagnato uno stile di vita diverso: ho imparato a dare ascolto al ritmo della natura, a ricercare la qualità contadina del cibo e della cucina, ho iniziato un percorso di ricerca personale. Ho meno impulsi ‘consumistici’, ma nuovi amici e interessi e, per quanto riguarda il lavoro, ho scoperto una realtà incredibilmente diversa. Meno dinamica e aggressiva, tutta da esplorare e da capire…e per alcuni aspetti, meno stimolante.

Che poi, se mi fermo a riflettere, gli stimoli non sono mancati, anzi… Ho, necessariamente, dovuto tirar fuori le unghie per conquistare la fiducia delle persone, affinando le mie conoscenze, specializzandomi sempre più e cercando di affermare con grinta i miei interessi, le mie passioni.

Tutto sommato, ne è valsa la pena.

A volte, comunque, non nego che avrei voglia di andar via…Un po’ per mettermi alla prova, un po’ perché certe realtà mi appaiono  frizzanti, costantemente vive: una nuova lingua, una nuova casa, contesti multietnici liberi da tanti preconcetti…e la curiosità è davvero forte.

Viaggio spesso lavoro, e spesso mi ritrovo con il mio piccolo trolley fuori da un aeroporto a respirare odori ‘strani’, diversi. In questi momenti immagino come potrebbe essere la mia vita lì. Già perché una cosa è restare in una città una settimana, per lavoro o meglio per vacanza, tutt’altro è viverci.
Mi adatto facilmente, so che potrei farcela ma se quegli odori diventassero un’abitudine? Tutto perderebbe di valore o ne acquisterebbe uno nuovo? Cosa ricerco? La mia è solo sete di esplorare o desiderio di cambiare?

Invidio chi ha il coraggio di farlo. Ammiro chi riesce a farlo così, di punto in bianco. Mi affascina sentire i racconti, le esperienze di chi ha mollato tutto e ha intrapreso con energia un nuovo cammino, mettendo radici in terre esotiche o in metropli a stelle e strisce.

Io non so se ne sarei capace.

Beh, considerando che ho usato un ‘se’, è già un chiaro segnale che forse non sono ancora pronta. Non è ancora il momento.

Quindi mi godo il ‘qui e ora’, mi concentro sul presente e, per il momento, resto qui, per ora. 🙂

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08

Mar 2012

Cambiare è come viaggiare

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Cambiamo opinione, abito, città, fidanzato, umore, colore di capelli, lavoro…il cambiamento è parte integrante della nostra vita, una delle poche certezze che abbiamo è che tutto si trasforma, muta di forma, di aspetto, dalle materie prime che diventano ‘cose’, al nostro modo di pensare. Infanzia, adolescenza, età adulta, vecchiaia sono trasformazioni del nostro essere, evoluzioni o involuzioni (in certi casi).

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