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30

Set 2012

Quando il monaco fa l’abito

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

Non c’è cosa più divina che stirare la domenica mattina. Versione personalizzata del detto popolare, riadattata alla mia condizione.
Non sono una fashionista ma certe cose devono essere impeccabili, anche se le hai comprate per pochi soldi…se le stiri bene – dice sempre mia madre e devo darle ragione – possono fare la loro porca figura.
Perché, parliamone, è anche il monaco che fa l’abito, cioè è vero che l’abito non fa il monaco, e quindi un monaco ben fatto con addosso un bello straccetto, messo giù bene intendo, fa sempre la sua porca figura rispetto a un monaco brutto che sfoggia un vestito griffato. Che incartamento…mi girano le pa…role!!!!

Richiamo all’ordine Giorgio e Gualtiero, che non sono i miei due punti G (non se ne trova uno, figuriamoci averne due), ma bensì i miei due neuroni adetti alle considerazioni fascion, per  governare il marasma dei miei pensieri.

Partiamo da una constatazione:  vedo persone che si ostinano a vestire con abiti fashion senza minimamente avere uno specchio in casa o, se lo hanno, è uno di quei pezzi di antiquariato che deforma e non ti fa vedere un tubo. Da un lato invidio il loro atteggiamento che permette di affrontare con impavido menefreghismo rotoli di ciccia sottocoscia, reggiseni che strizzano ascelle paffute, magliette aderenti che sfoggiano una pancetta pingue/gravida ( la gaffe è sempre lì latente che ti aspetta), pittosto che leggins che diventano pantaloni da rapper per fenicotteri di città, borse tre volte più grandi dell’intero corpo o decoltè con tanto di platò che sembrano appena rubate alla mamma, quelle sulle quali spesso osservo povere fanciulle – che non hanno mai affaticato il proprio stomaco da McDonald’s o tanto meno partecipato a uno dei pranzi di Natale in casa mia –  trascinare con fatica caviglie senza diametro, camminado senza la minima grazia e celando una soffertissima e mal riuscita disinvoltura.
La moda per me è questione di stile, creatività e testa. E’ importante potersi vestire bene, in ogni occasione, adeguandosi alle tendenze del momento, ma bisogna avere un occhio attento al proprio fisico, ai propri colori e al contesto. Credo che non si debba  necessariamente spendere milioni di euro in abiti firmati per essere carini, un buon platfond della carta di credito certo aiuta, ma non sempre un abito costoso trasforma un elefante in una farfalla leggedra e  aggraziata.
Un esempio. Io adoro le scarpe con il tacco alto ma non comprerei  mai un paio di trendissime scarpe borchiate con platò da ballerina di lapdance solo perché sono di moda. Andiamo, quando potrei indossarle? Nemmeno in un momento fatish con il socio…mi sentirei troppo a disagio. Stessa cosa per le classiche luisvuitton, sarò impopolare ma a me quelle borse non piacciono per niente… ancora meno se penso alla loro omologazione. Un po’ di creatività e di colore non guastano mai, e poi preferisco Hermès 😉
Mi piace scartabellare nei mercatini, ritrovare colori e linee che mi fanno sentire bene. Vado dal classico al freak, passando per tagli tradizionali e colori sgargianti. Ma mai, dico mai, mi vedrete andare in giro con un top che mette in mostra la mia pancetta. Mi sentirei profondamente ridicola, fuori luogo, non io. Bandite dal mio guardaroba anche magliettine super aderenti, camicie di flanella e ballerine con fioccone da prima Comunione.
Perché vestirsi non è solo coprirsi. Deve essere qualcosa che ti fa affrontare con libertà la tua giornata. Non devi sentirti goffo o impacciato. Ci sta che spesso per lavoro tu sia costretto a indossare completi e tacchi scomodi, piuttosto che divise o uniformi decise da altri ma, fuori dal lavoro,  devi sentirti tu, esprimere il tuo stile e se possibile farlo con gusto.
Per me non è un assioma che spendere tanti soldi è uguale ad essere ben vestiti. Ci sono cose, griffate e non, che mal si adattano al tuo corpo, che evidenziano quei difettucci  scaturiti da goliardiche sedute culinarie o diete asfissianti. Sì, perché anche la troppa magrezza non è bella da vedere.

Non è solo una questione fisica; anche la scelta dei colori deve essere in linea con il nostro incarnato, con il colore dei capelli con l’occasione che stiamo per affrontare. Vestirsi di giallo fluo a un funerale non è proprio consono ( almeno che non fosse nelle volontà dell’Illustre Estinto, per dirla alla Pirandello) così come indossare un capo nero lutto o bianco sposa a un matrimonio. Esiste un galateo dello stile che, tuttavia, può essere reinterpretato, personalizzato ma sempre con un minimo di attenzione.

Siamo in Italia, siamo i creativi della moda per eccellenza, siamo il made in Italy nel mondo…non possiamo scivolare sullo stile anche noi. Ci pensano gli americani con le ciabatte e i calzini bianchi di spugna a dare il proprio meglio!

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