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07

Lug 2014

Gavetta

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Si dice che il trucco per mantenersi giovani e per stimolare i nostri neuroni sia imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.

Oggi, quindi, inauguro il momento #unaparolalgiorno con la gavetta [quanta ne ho fatta e quanta ne devo ancora fare! 🙂 ]

La parola ‘gavetta’ deriva dal gergo militare e indica il recipiente di alluminio o di acciaio in cui veniva trasportato e consumato il rancio dei soldati.
Pare che la parola possa avere origini germaniche: in antico alto tedesco, infatti,  con i termini ‘gebita‘, ‘gebeta‘, ‘gebitta‘ si intendeva proprio un contenitore di legno per il cibo.
La gavetta è quella che  il milanese, imbruttito o meno 🙂 , chiama schiscètta – più gergalmente, la schiscia – ovvero la scatola del cibo preparato a casa consumato nelle pause pranzo, in ufficio, seduti su una panchina all’aria aperta, in un angolo del cantiere. La variante milanese  ‘schiscetta’ deriva dal verbo ‘schiacciare’ (schisciare in meneghino) perché il contenitore era originariamente a due piani, schiacciati appunto uno sopra l’altro.

Dalla gavetta in accezione militare deriva anche l’espressione “fare la gavetta“, ovvero ‘partire dal basso’, ‘iniziare dai gradi più umili’ proprio in virtù del fatto che  erano i soldati  a consumare i pasti in questi contenitori, a differenza degli ufficiali.

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