Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

27

Ott 2025

Il teatro del libero arbitrio

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“Dobbiamo credere nel libero arbitrio: non abbiamo altra scelta.”
Il Nobel per la letteratura Isaac Bashevis Singer ci regala un paradosso perfetto, un cortocircuito logico che è anche una verità esistenziale.
La nostra vita è esattamente questo: un interrogativo continuo, l’eco incessante del dilemma amletico: “To be or not to be, that is the question.”

Ogni nostra scelta è teatro.

Il cervello pronuncia il suo verdetto con un lampo invisibile che precede la nostra coscienza: il sipario si apre prima che l’attore sappia di essere in scena.
Quella che chiamiamo scelta è già accaduta, un partecipio passato, un copione suggerito che dobbiamo interpretare e vestire di intenzione.

E se la trama fosse ancora da scrivere?

È proprio qui che il dubbio amletico si fa più potente.
Per dipanare la questione, chiamo in scena due scienziati d’eccezione.

Sul versante del “Non Essere”, Anil Seth per cui la coscienza è una “controlled hallucination”, un’allucinazione controllata. Il cervello è un sofisticato editor della realtà, un cesellatore percettivo che ritocca continuamente il mondo per proteggerci dal caos. In questa visione, la libertà è un’interpretazione: un’ombra che proiettiamo su processi già determinati.

Sul versante dell’“Essere”, Federico Faggin che difende una coscienza intenzionale, creativa, libera, fonte stessa del libero arbitrio. Per lui, la coscienza non è un effetto collaterale dell’attività cerebrale, ma il principio sovrano che guida le nostre scelte.

E quindi? Chi scrive davvero la nostra storia?
L’algoritmo del cervello o l’intenzione della coscienza?

La verità è un funambolo.

Siamo attori sul palco della vita, impegnati in un dramma esistenziale che si rinnova ogni istante. Il copione non è fisso: si improvvisa, tra l’impulso neurale e l’intenzione cosciente, al suono dubbioso dell’eco amletico “Essere o non essere.”

La libertà è una corda tesa.
È il gesto coraggioso di chi, pur sapendo di non avere il controllo assoluto, sceglie comunque, oscillando, di agire.

Ma allora esiste il libero arbitrio?
Crediamoci. Non abbiamo altra scelta.
E forse è proprio questa la nostra libertà.

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