Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

14

Mar 2015

Aspettando la lavatrice

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[Devo aspettare che la lavatrice finisca il suo ciclo, quindi mi metto qui e scrivo quello che mi passa per la testa]

Ci provi e ci riprovi, ma il tuo essere donna è più forte di tutto. Cioè, se nasci donna sei lunatica di default, e non ci sono fasi mestruali, pre mestruali o post mestruali che tengano. Le maree del tuo vivere sociale sono sotto influenza delle tue lune. E’ così. O per lo meno, per me è così. Dannazione!

Provo a controllare, a lasciar fluire, a contare, a minimizzare, a ridimensionare…ma niente. E’ più forte di me.

Passo bipolarmente, e con inaspettata naturalezza, da un momento di gioia infinita a uno di ansiogena apprensione. Lo faccio con la stessa facilità con cui il barattolo di Nutella mi attira subdolo nella sua rete fatta di glicemia, grasso e tanta felicità cioccolatosa.

Oggi, stranamente, è una giornata senza troppe altalene. Stranamente, e lo ripeto volontariamente, normale. Niente bipolarismi o stranezze: la cosa quasi quasi mi inquieta.

Mi sono alzata un po’ più tardi del solito, mi sono messa a pulire come una brava donnina di casa e sono qui, davanti al mio computer, in attesa che la lavatrice finisca per stendere i panni e nel frattempo accendere il forno, nel quale ho appena messo una torta salata preparata tra un paragrafo e l’altro di questo post.

Il Multi- tasking.

Questa è un’altra di quelle cose tutte rosa che mi appartiene un sacco. Colpa di mia madre. Lei pretendeva, fin da quando ero piccola, che imparassi a giocare, fare i compiti e aiutarla in casa, tuttoinsiemecontemporaneamente.

Ho provato  a trasferire questa competenza, perché è una skill (come direbbe un milanese imbruttito) da mettere in cv, al socio, ma la sua risposta è stato un dito medio sollevato a mo’ di bandiera in difesa dei diritti della mono attività del genere xy.

E niente, oggi va così, stranamente normale, tra una stirata, una passata di mocio e una pulizia accurata dei bagni.

Che poi, ci hai mai pensato? Negli altri Paesi finiscono prima di pulire il bagno: non hanno il bidet! Un elemento in meno da includere nell’attività che ti fa sentire una regina; eccoti lì, con il tuo grembiule, il mollettone, il brufolo in vista, il calzino spesso mentre sorreggi trionfante con i tuoi guanti di lattice gialli lo scettro del potere (aka lo scovolino del cesso).

Immagini di gloria a parte, senza bidet una casalinga inglese, ad esempio, finisce prima le sue sporche faccende.

Sarà, ma io preferisco investire e rischiare qualche ora in più del mio tempo in una sana ripulita di bidet piuttosto che pensare di esercitare quelle pose – davvero poco plastiche – ogni volta che il bisogno chiama ed è d’uopo pulire le parti in gioco. Ma come si fa a vivere senza bidet?

Questi sì che sono quesiti esistenziali!

Mentre scrivo, sento che quella maledetta della lavatrice non ha ancora finito. E sempre mentre scrivo (vedi il multi tasking di cui sopra) vengo attirata e distratta
dal tomone di ben 984 pagine di fianco a me che brama di essere letto. Si tratta di “New York” di Edward Rutherford, regalo di compleanno fresco fresco da parte del socio che sta andando a braccetto nella categoria ‘appena arrivato a casa’  con “Web 3.0” di Rudy Bandiera.

Prima però devo finire “Che ci importa del mondo” della Lucarelli – che sto leggendo in ebook e che trovo davvero spassoso e divertente – e le riflessioni sagge di “Camminando con il Buddha” di Thích Nhất Hạnh.

Insomma: me la leggo di brutto, e sono felice.

…aspetta, non sento più rumori…dai che forse ha finito…Vado a vedere, aspettatami un secondo.

Ci siamo! Ha finito.

Finisco anche io di scrivere. Devo stendere e bla, bla, bla…

Mannaggia al multi-tasking!

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
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