Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

12

Ott 2016

Come un pianista

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

A volte mi siedo dietro alla tastiera, o davanti – il punto di vista è relativo – e mi sento come un pianista. Un pianista che non legge il pentagramma ma suona improvvisando, seguendo il ritmo di qualcosa che è dentro e che vuole venire fuori.

Una melodia interna che non riesce a starsene più lì, ma deve emergere, e in qualche modo lo fa attraverso le dita che si muovono sicure sulla tastiera. Nulla è scritto, tutto è comandato da qualcosa di superiore, qualcosa che non riesco a etichettare con una definizione.

La sensazione è davvero strana, un po’ come quando ascolti una canzone e inizi a ballare senza una ragione, senza una coreografia. Il tuo disegno interiore pulsa, desidera manifestarsi e trasformare in arte – danza, parole, musica, pennellate – quello che è dentro di te.

In fondo siamo tutti un po’ artisti, più o meno amatoriali, più o meno consapevoli.

Basta sbrogliare i legami con la razionalità, sciogliere il gelo del perfezionismo, lasciar fluire il calore dell’anima che ha voglia di urlare attraverso le dita la sua verità. Una verità che oltrepassa, che scava, che espande il senso, che illumina il sopito.

Le dita sulla tastiera suonano la tua melodia stonatamente celestiale.

Alle dita che fluiscono allo stato brado basta afferrare il senso che attraversa l’anima e, in quell’istante, metterlo lì, nero su bianco. Una fotografia, una istantanea, una rappresentazione dell’idea che scivola, carattere dopo carattere, tra le righe che devono essere lette tra le righe.

Perché c’è qualcosa di più, un oltre, una metafora di senso e non senso. La razionalità della pagina scritta si compone di gocce di irrazionale illusione e si spalanca stentorea, sorridente e sfacciata.

Pura epifania di quello che altrimenti non potrebbe essere detto o rappresentato. Una verità celata che, a suo modo, si esprime scandita dal ritmo dei tasti che, con dolcezza e forza, vengono impressi per imprimere quello che non può più essere celato.

La sinfonia dei pensieri, allegri, mossi ma non troppo, si adagia sulle note del sé che fa capolino e vibra tra i polpastrelli.

Una magia infinita, una meditazione profonda, una riscoperta così tua che nessuno può capire o deve capire.

Ci sei tu, il tuo pianoforte pieno di lettere e simboli e una musica che pulsa dentro e che non vede l’ora di attraversarti e risuonarti intorno.

Amo questi momenti così miei, così ovattati e pieni. Amo riscoprire il senso di quello che ha un senso.

Non mi importa più quello che dovrei, vorrei, potrei. IO SONO, qui e ora.

La melodia delle idee accompagna la danza delle mani e tutto il resto si perde nell’aria, evanescente e caldo, come il vapore.

Questi sono i momenti in cui ringrazio di avere questo modo di comunicare, tra me e me. Ringrazio di avere la possibilità di ascoltare il concerto improvvisato di una vita che scorre, la mia.

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Grazie :)
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