Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

30

Giu 2013

Silenzio mattutino, questo sconosciuto

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Mi piace il silenzio. Mi piace restare da sola con i miei pensieri. Mi piace sentire il ronzare dei neuroni, specialmente la mattina appena sveglia.
Non sopporto la tv, le persone logorroiche, il rumore. La mattina voglio stare da sola con me, almeno finché  non bevo il primo caffè.
È un momento prezioso, nel quale rielaborare i sogni appena vissuti e meditare sulla lista delle cose da fare. Adoro svegliarmi e mettere nero su bianco le sensazioni, è così intimo….
Ecco, questa parentesi per dire che a me non capita quasi mai di vivere idilliacamente il risveglio.
Quando sono a casa, il socio, prima, primissima cosa che fa è accendere la tv su programmi di necrologi news 24, quelli dove c’è un accigliatissimo giornalista che concitatamente – e urlando- descrive come se fosse un attentato l’uscita del nuovo film dell’attore tizio di Hollywood.
Quando sono in trasferta per lavoro, invece, trovo colleghi o clienti (secondo me mangiano biscotti alla cocaina) che alle 6.30 parlano talmente a raffica, e senza nemmeno uno sputacchino, che guardo con l’espressione macomecazzofaiaesserecosisvegliosetiseialzatodieciminutifa.
E va beh, capita…stessa cosa con mia madre. Anche lei la mattina, ma solo dopata con minimo due caffè per iniziare, attacca a raccontarti di tutti i mali che possono venire a un individuo se non…della serie: carichiamoci di ottimismo e pensiero positivo.
Insomma, nonostante sia una a cui piace stare con le persone, chiacchierare e ascoltare, almeno la mattina ho bisogno dei miei dieci minuti di silenzio, va beh, chiamalo silenzio il casino che fanno gli ingranaggi del mio cervello!

Ultimamente sogno proprio questo, immaginati la scena…

Alba, laghetto placido e oleoso, montagne che si tuffano nelle acque calme, sole che fa capolino timido, un’arietta tiepida, il cielo che inizia a colorarsi di un turchese quinto chakra, e tu lì, tu…io…- scusa ma questa è la mia scena :)- con i piedi ciondoloni sul pontile di legno, un luuuuunghissimo pontile stile film americano (quelli dove prima o poi ti squarciano e ti buttano nel lago o ti mettono a pezzi nel frigo, per capirci)… Ecco, sono lì con i piedi che sfiorano il livello dell’acqua mentre annoto su un quaderno emozioni e sensazioni….
….Eh?! Cosaaaa?! Urla più forte, non ti sentoooo!!!
…scusate, il socio mi interrompe dall’altra stanza,..musica a tutto volume del vicino, tv accesa con rombi di moto che sfrecciano e il cane che abbaia…
Credo che per il laghetto sia il caso di lasciare un fermo immagine, ci ritorno appena smetto di ballare la belly dance del vicino!

pontile lago

 

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