Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

06

Gen 2015

La stanza bianca

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

Può un sogno rovinarti la giornata? Può una proiezione notturna del premiato cinema “Le mille sale dei miei neuroni” arrivare a mettere in discussione le tue idee e far tremare le certezze?

Domande retoriche del cazzo. Certo che può. O almeno, con me lo ha fatto. Oggi. Questa notte.

E’ bastato un sogno a sgretolare una condizione, a mettere in dubbio una certezza che, forse, proprio certa non era.

Mi sono svegliata con una grande confusione, dubbiosa, incerta, tintinnante come Campanellino di Peter Pan.

Il fatto è che , anche se non voglio, un po’ questi influssi astrologici malvagi incidono sulle mie performance ottimistiche 🙂Cazzate a parte, mi sono svegliata con un grandissimo punto interrogativo esistenziale. Ma si può? Cioè uno di quei punti di domanda del tipo: “cosa voglio fare della mia vita?” – “sono felice?” -” dove voglio arrivare?” e pipe mentali della stessa genealogia.

Per schiarire la situazione mi sono mangiata una fetta di torta di riso al cioccolato, bevuto un caffè e seduta qui, davanti alla testiera, in terapia con le mie sinapsi. Sto anche trascurando il momento fitness imposto dal punto #14 della mia to do list dei buoni propositi per il 2015, quindi sì – lo ammetto- il potere delle mie pippe mentali notturne è destabilizzante.

Nel sogno premonitore di seghe mentali da competizione e nobel per la creatività, il socio sceglieva di far entrare nel nostro duale CDA una terza persona. Questa persona fagocitava la sua attenzione, catalizzandolo verso cose molto distanti dalla sua natura e della nostra unione di menti e intenti. In pratica, mentre i due si arrovellavano in cazzate senza profitto sostanzioso, io dall’altra parte – da sola- cercavo di mantenere salda e solida una situazione che iniziava a fare acqua da tutte le parti, completamente abbandonata all’ammaraggio dallo Schettino di turno.

Nel dramma di dover mantenere l’equilibrio sulla fune sottile che collegava due vertiginosi attici newyorkesi in un giorno di maestrale al profumo di ginepro, venivo bersagliata dalle raccomandazioni di personaggi strani e messa davanti, a mo’ di circo, alle mille altre ipotesi di vita che avrei potuto scegliere: trovarmi un lavoro per i fatti miei, emigrare, tentare la carriera letteraria, votarmi alla famiglia, cercare di fare la casalinga, andare in India a coltivare spiritualità e cantare mantra, iniziare a fare concorsi pubblici finché – prima o poi- un posto da ruba stipendio l’avrei vinto.

Puoi è arrivato un terremoto, uno scossone che mi ha fatto aprire gli occhi di colpo. Ero sudata, madida come un obeso che fa due rampe di scale ad agosto, turbata e…attenzione in una stanza 4×4 completamente bianca. Sola. Con il respiro corto.

La stanza non aveva porte, né finestre. Nessuna cazzo di via di fuga.

Nel sogno sono lì, incredula che non capisco più niente.

E poi…e poi suona la sveglia. Punto.

Non credo ci voglia uno strizza cervelli pluri certificato e decorato per capire che ho qualche ‘lieve’ incertezza sul mio percorso lavorativo e personale. Lieve, lieve. Così lieve che mi sento claustrofobicamente chiusa in quattro mura, senza possibilità alcuna di scegliere una via di fuga.

Boh, che dire, l’incertezza regna sovrana, però alcune cose sono ben chiare.

Toglietemi tutto ma non la mia libertà di azione, di pensiero, di fuga!!!

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
Post simili
Commenta

E tu, che cosa ne pensi?