Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

23

Dic 2012

Sull’invidia

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Che brutta cosa l’invidia.Un peccato da girone dantesco che ti fa sprofondare nell’ira, che ti fa diventare brutto, con il labbro teso a sinistra, digrignato, e la bava che cola ogni volta che vedi qualcuno che ha qualcosa più di te.

L’invidia è la visione distorta, l’umore avvelenato, la sudorazione acida e il suono cupo dei pensieri che ti allontana da te e ti proietta sull’altro. Un salto nel buio, una sensazione di vuoto auto generato.

Tutto il buono che possiedi diventa meschinamente poco, troppo poco nella comparazione  con il vicino.
Si innesta un famelico circolo vizioso, antropofago, malato e insano che stimola i succhi gastrici e colora di verde il viso.

Le persone invidiose si vedono in lontananza.
Passano la loro giornata nell’osservazione perversa dell’altro, imprecando per quello che non hanno e sminuendo – ma solo a parole- quello che non possono avere. Sì, solo a parole, perché dentro di loro macinano un grano spesso e grezzo di rancori mal celati, di insicurezze vissute e di pessimismo incandescente.

L’invidioso non lotta per migliorare la propria condizione ma per abbattere chi sta, a suo insindacabile giudizio, meglio di lui.
L’invidioso non costruisce, demolisce. Un abbattimento che detona cattiveria e sbriciola la parte buona di sé.
Non è distruggendo gli altri che costruiamo per noi. Dobbiamo diventare muratori, armarci di cazzuola e darci all’edificazione, morale, materiale e spirituale, l’unica via saggiamente valida per migliorare la propria posizione.
Se vuoi avere di più, lotta per conquistarlo, anche se non raggiungerai per primo il traguardo.

L’invidia non ti farà godere mai, anche se conquisterai castelli e sconfiggerai draghi. L’invidia ti spingerà sempre a guardare oltre la siepe, in un guizzo immaginativo fatto di biliosa stizza, di frustrazione e di cupidigia mai sazia.

Linvidia [é] un’infelice affermazione di sé“.

Sono stata invisiosa anche io.E me ne pento. Come un ex fumatore che non sopporta l’odore delle sigarette, il mio stomaco non digerisce più le lagne impietose e nevrotiche degli invidiosi, soprattutto se si annidano molesti dentro le mura del parentado (quelle dove dovresti sentirti sicuro e incitato, stimolato e supportato).

E’ sempre troppo facile giudicare le vite degli altri, la scusa migliore per non rivolgere lo sguardo all’interno, dove si possono utilizzare tutti gli strumenti per installare un software migliore, morbido e sincero, in grado di controllare l’evoluzione e l’innovazione personale.

Almeno a Natale, visto che si dice che bisogna essere più buoni, se proprio non riusciamo a gioire per quello che hanno gli altri, a partecipare con entusiamo al loro successo, rivolgiamoci a noi e troviamo il modo di mordere il nostro successo, oltre che il panettone  🙂

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Grazie :)
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