Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

31

Ott 2016

Scossa

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Scossa dal terremoto, esteriore e interiore.

Il terremoto (di Amatrice, Preci e Norcia) che nei mesi e nei giorni scorsi ha fatto tremare la terra anche sotto i miei piedi, non ha concesso a edifici, sacrifici e sogni di moltissime persone di stare, ancora, in piedi.

Sono crollati.

Crollati nel giro di qualche minuto, luuunghissimo, interminabile, distruttivo, violento e feroce.

Il tempo, in una manciata di secondi, può ridurre tutto in macerie.

L’energia non si contiene, ha bisogno di eruttare, di esplodere, di scuotere.

La scossa sale dal basso verso l’alto e poi entra dentro, in profondità, nello stomaco e nella coscienza.

Bastano un paio di minuti per cambiare radicalmente prospettiva, per annullare le preoccupazioni frivole e sostituirle da una paura sorda, quella che ti rende inerme davanti al potere di qualcosa che è più grande di te.

Fratture, lacerazioni, spaccature profonde, nella terra e nell’anima. Un dolore che urla impotente contro una natura matrigna che, però, è sempre più superficialmente maltrattata e violata.

Paesaggi feriti, senza lacrime, ridotti a un silenzio stentoreo disturbato dal chiacchiericcio di esperti dell’ultima ora, cacciatori di esclusive e produttori di informazioni fallate.

La scossa ti lascia una voragine dentro, ti fa tremare di paura tanto che pensi che l’instabilità sulle tue gambe sia suggestionata dalle emozioni  e non dalla Terra che ti ricorda che tu sei un suo abitante.

Adesso è arrivato il momento di trasformare questa scossa in un movimento sussultorio che sappia sprigionare solo energia positiva che induca all’azione, per aiutare a ricostruire edifici e sogni.

 

 

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