Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

28

Mag 2016

In terza persona

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

E così fu che la Jadosa:

  • si impegnò come relatore/docente per 6 eventi e workshop – tutti nell’arco di 30 giorni e con relative slide da preparare
  • decise di accettare le trasferte a Londra (again) e in Sicilia, nel mentre di cui sopra
  • prese coscienza delle altre cose di lavoro pianificate, problem solving dell’ultimo minuto esclusi
  • pianificò l’intervento per rifarsi il naso solo dentro, perché fuori è già bello assai
  • iniziò a studiare e praticare il buddismo
  • si intrippò talmente tanto con la playstation che il socio le fece un monumento per la nerditudine dimostrata
  • imparò a fottersene delle faccende di casa (roba che ha ancora i panni da stendere da questa mattina, e non se ne vergogna)
  • stabilì il record mondiale di stanuti consecutivi – maremma di quella allergia piopposa

Parlare di me stessa in terza persona mi piace. Mi metto dall’altra dello specchio e osservo.

Guardo quella creatura che al momento indossa dei pantaloni antisesso di un pigiama di pile a vita alta e ha un fazzoletto che pende dalla narice destra, per arrestare il fluire inquieto dei liquidi da rinite allergica. Un cesso, a confronto, è l’effige della femminilità nelle sue tondeggianti e sinuose forme circolari.

L’osservazione di me stessa prosegue nel profondo. Sposto l’attenzione dall’esterno – e meno male – e provo a vedere oltre, fino all’animo di quella creatura buffa con i conigli muffolosi stampati sui pantaloni del pigiama.

È una persona più distaccata dalle circostanze e dai problemi… vabbe’ adesso, perché  probabilmente se avessi riportato l’osservazione a lunedì scorso, diciamo nel tardo pomeriggio intorno alle 18, avrei visto una furia stressata in preda al panico con la prospettiva di una notte in bianco: lei, le sue sinapsi bionde  e un computer.

Imparare a non aspettarsi nulla dalla vita può essere davvero il mondo migliore per viverla. Quando siamo preoccupati a pensare a quello che manca, perdiamo di vista quello che c’è. Un dato di fatto, banale certo, ma troppo frequentemente dato per scontato.

Quella persona che guardo sta capendo  che può trovare la serenità dentro di sé, che le risposte alle sue domande fanno già parte di lei. Il segreto è imparare ad ascoltare e ascoltarsi. Il segreto è non rigettare all’esterno di sé la causa delle proprie sofferenze presenti.  Perché siamo stati noi, in passato a vivere male certe situazioni, a farci assorbire dalla negatività, a trasformare certi avvenimenti nel male che percepiamo oggi. E oggi abbiamo la possibilità di guardare le cose con occhi diversi, possiamo scovare il buono e seminare il frutto che raccoglieremo domani, nel nostro rigoglioso futuro, pieno di sorrisi e fragorose risate.

Ora la terza persona mi sta guardando. Sì quella lì con il pigiama di pile con i conigli.
Credo si sia accorta che la sto osservando da giorni; mi sa che devo iniziare ad aiutarla a fare la brava massaia, altrimenti il cumulo di cose da fare aumenta.

Ti lascio e la lascio  con una riflessione del Buddha, la sua e mia #quoteoftheday:

frase buddha

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
Post simili
Commenta

E tu, che cosa ne pensi?