Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

20

Feb 2013

L’ambiguità è arte

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Rileggevo Queneau nei suoi “Esercizi di Stile“, un genio.

A parte questa affermazione assiomatica [c’è qualcuno che sostiene il contario?], oggi è una giornata ambigua.

Ambigua, polisemica, dai mille significati.

Queneau riscriveva lo stesso episodio utilizzando diverse figure retoriche, con stili variegati che rendevano armoniosamente paradossale il senso primario del racconto.

L’ambiguità gioca proprio su questo: prendi una cosa e ognuno la può interpretare come crede, soggettivamente, può cioè attribuirle diversi significati (polisemia) perché, poi si sa, nella vita tutto è relativo.

L’ambiguità è un’opera d’arte, nel suo respiro semantico più profondo.

Un preambolo complesso per arrivare al succo del discorso: le cose non sono mai come sembrano o come ci sembrano.

Esistono troppe, svariate, molteplici, superlative sfaccettature. Troppi sono i punti di vista, le inclinazioni, i gradi e i gradienti che compongono giudizi, letture e interpretazioni della stessa cosa.

Esempio: per me la polvere è qualcosa di fastidioso. Acari da sterminare con detergenti, disinfettanti e disinfestanti. Per il mio socio la polvere non esiste, o meglio, dicesi polvere il pulviscolo che agisce da strato protettivo sui mobili.

Il fatto di vedere le cose con occhi diversi ha i suoi pro e i suoi contro.
Il pro è che il tuo occhio riceve nuova luce grazie alla visione degli altri, le tue orecchie ascoltano cose che (magari per pregiudizio) non udirebbero, il tuo corpo entra in contatto con energie nuove che ti aiutano ad ampliare il significato della cosa.

Il contro è che, nonostante ci sia un dialogo interpretativo, un’interazione analitica concertante e sinergica, molto 2.0, spesso aver opinioni distanti riguardo la medesima faccenda è motivo di una frizione stridente, di un diverbio senza fine…insomma, si finisce con il litigare e il mandarci a fanculo reciproco.

Ecco, oggi mi sento ambiguamente polemica. Non riesco a dare agli altri la possibilità di vedere le cose in maniera diversa da come le sento io.

Eppure,come Voltaire,ho spesso sostenuto:“Non sono affatto d’accordo con ciò che dite, ma mi batterò fino alla morte perché nessuno vi impedisca di dirlo”

…che brutta cosa gli ormoni!!! 🙂

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Grazie :)
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