Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

22

Dic 2013

Pensieri sparsi

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

Sono sul bus verso Fiumicino, ho la bocca impastata di ore di sonno non dormite, il naso tappato di default, un caldo tepore che mi invita a rilassare i muscoli, anche se la poltrona è di una scomodità apocalittica.
Roma vista dal finestrino è stranamente uggiosa, grigia, cupa.
Inizia ad avvicinarsi il tempo dei bilanci di fine anno: che cosa mi ha lasciato questo 2013 e quali sogni ripongo nell’anno nuovo che arriverà tra soli 10 giorni?
Il 2013 è stato, come avevo pre annunciato intuitivamente percepito, l’anno del cambiamento.
Un cambiamento che è penetrato nelle viscere di ogni ambito della mia vita, personale, lavorativa, affettiva. Un cambiamento che ha portato alla chiusura di porte, non senza sofferenza e conseguenze, ma altrettanto ha permesso di trovare le chiavi per aprire un portone oltre al quale la luce non è più fioca, ma splendente e carica di energizzante ottimismo.
Questo quello che annotavo un paio di giorni fa.
Oggi, a due giorni dal mio arrivo in Sardegna, ringrazio per il clima primaverile che ha scaldato un po’ il cuore e giovato al mio naso…
Sono preoccupata, molto preoccupata.
Lontana da casa riesco a vedere con maggiore chiarezza il motivo del mio “trattenere”. Riesco a dare forma, voce e colore a quelle emozioni che , volente o nolente, celo nel profondo dell’anima.
La preoccupazione è figlia della paura. La paura e l’incapacità di mantenere sempre alta la testa in periodi come questo, dove tutto sembra correre su un filo sottilissimo ad alta tensione.
Tutto è pronto a far saltare nervi, pazienza e ottimismo. Tutto è lì che mina la stabilità.
Ecco quello che vorrei, anzi quello che voglio: stabilità, serenità.
Desidero con tutte le forze che questo 2014 sia finalmente, dopo anni di sacrifici, lacrime e notti insonni, l’anno della serenità, economica prima di tutto. Già perché se è vero che “i soldi non comprano la salute” è anche vero che se non hai un euro in tasca fai fatica anche a comprare le medicine e a pagare il ticket dell’ospedale.
Tanto lavoro, e tantissima gente che non paga. Questa è la piaga più dolorosa del lavoro in questo Paese. Un circolo vizioso: tu non paghi me, io non pago te…e così a ruota libera verso il declino.
Comunque, abbandoniamo i pensieri nuvolosi e buttiamoci anima e corpo in questa luminosa giornata di sole. Perché è la felicità la via…

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
Post simili
Commenta

E tu, che cosa ne pensi?