Pensieri, senza filtro.

Quando le dita improvvisano sulla tastiera

19

Gen 2017

Nuvola

scritto da / in SENZA FILTRO / Commenta

Ci sono giornate in cui tutte le teorie piene di la saggezza che sai trasferire per incoraggiare gli altri si trasformano in una nuvola.

C’è una nuvola che oscura il mio sole in questo periodo. So che è in transito, che presto arriverà un po’ di vento e la spazzerà via, ma ora è lì e non vedo altro che lei nella sua vaporosa magnificenza.

Vedo questa massa carica di aspettative che intralcia la luce del sole e non permette nemmeno a un raggio di filtrare.

Una nuvola che trasporta un interrogativo costante: come si fa a sapere quando è il momento di cambiare radicalmente strada o, invece, bisogna avere (ancora) pazienza e aspettare?

Come fai a sapere se sei quasi arrivato a toccare il tuo tesoro o se, quel tesoro, non lo incontrerai mai se continui a cercarlo in quella direzione?

Qualcuno mi ha detto che lo senti, che il tuo intuito è la tua guida. E se non fosse così?!

In questi giorni, lo ammetto, sono una pila: scarica mentalmente e fisicamente.

La stanchezza non mi consente di avere pazienza o di accontentarmi.

No, non mi accontento più.

Sto vivendo giornate di attesa, senza però che l’attesa sia dolce, come quella agognata da ormai un paio di anni.

Attendo l’uscita del mio primo libro (consegnato un mesetto fa all’editore), attendo che la psoriasi lasci definitivamente le mie mani, attendo che il socio vinca le sue paure genitoriali, attendo che il lavoro decolli tanto da consentirmi di ridurre il numero delle ore davanti al pc e aumentare quelle di sonno, attendo che l’incertezza dell’agire sia sostituita dalla sicurezza di pensiero e intenzioni.

Attendo.

Attendo perché non ho ancora capito come si fa a capire quando bisogna continuare ad avere pazienza e quando, invece, arriva il momento di sconvolgere tutto.

Forse quella nuvola sono io, immobile, statica, carica di una energia che ha bisogno di scaricarsi in una pioggia catartica.

La sofferenza è parte della gioia, ne sono consapevole. Ma io non sono triste, sono (in)sofferente.

So quello che voglio e come lo voglio ma faccio una fatica immane a riuscire a trovare il verso. Tutto è lì, in quella matassa aggrovigliata a forma di nuvola.

Lì dall’altra parte del vetro, c’è qualcuno che sa dirmi come diavolo si fa a capire se il vento arriverà tra 2 secondi o se, invece, il cielo resterà coperto, a meno che io non cambi cielo?

Voglio condividere questo post su...

Grazie :)
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